Progetto: Lapidario matildico nella Pieve di San Vitale (Carpineti)

Riportare in vita i lacerti del passato in una dimensione sospesa tra realtà ed evocazione è il tema fondativo del recupero dell’antica Pieve medioevale di San Vitale a Carpineti. Un progetto dove architettura, archeologia e tecnologia avanzata si fondono insieme per dare vita ad un inaspettato nucleo espositivo.

Preservare il passato per il futuro: da una rovina a un museo

Interior design si fonde con restauro architettonico

Dopo secoli di abbandono l’antica pieve di San Vitale aveva perso la sua identità formale, riducendosi a un rudere utilizzato come ricovero per le greggi: l’idea alla base del progetto è stata quella di restituirle il senso della spazialità originaria, mantenendo forte la suggestione romantica della rovina. 

Una testimonianza del medioevo nuovamente accessibile, cristallizzata nella sua affascinante condizione di archeologia vivente, ma integrata da uno spazio espositivo sorprendentemente moderno.

Un piccolo lapidario matildico che, come finestra del futuro aperta sul passato, trasporta il visitatore in una dimensione incantata: una stanza delle meraviglie dove i connotati didattici e informativi si coniugano con un’esperienza totalmente immersiva propria di una installazione artistica.

Così abbiamo trasformato la piccola pieve in un museo

Il contrasto sempre vivo tra passato e presente si fa architettura nella scelta selettiva delle parti da rimuovere e quelle da integrare in questo edificio millenario. L’accostamento tra gli antichi conci in arenaria e le lastre di acciaio corten coglie questa tensione, traducendola nel corpo vivo della struttura.

Lo ritroviamo così in tutti gli elementi principali del progetto: dalla capriata rovesciata che ricompone la navata, al timpano lavorato finemente che integra la facciata esistente. I tagli e le abrasioni nel metallo brunito trattengono la luce e la riflettono opacizzata mutando leggermente di stagione in stagione grazie al trattamento di ossidazione dell’acciaio che si modifica nel tempo.

La ciclicità e il trascorrere delle ore divengono unità di misura del progetto che nella piccola sala espositiva trova il suo punto più alto. Qui una fodera d’acciaio si fa cielo stellato e si modella in una teca per conservare le reliquie di un mondo di simboli e storie tramandate nella pietra. Passando dalle tenebre ad una luce calda e accogliente, i pezzi in mostra vengono progressivamente disvelati sotto le note di un misterioso sottofondo musicale.

Una esperienza di forte impatto emotivo che stimolando differenti sensi attraverso questi artifici, evoca un’atmosfera di incanto entro la quale i frammenti del passato prendono vita.

L’accostamento calibrato di materiali contemporanei e preesistenze storiche e monumentali è possibile anche in contesti archeologici e di grande pregio monumentale.


La componente tecnologica può esprimersi su registri differenti determinando anche in contesti storici o monumentali un impatto molto forte nell’allestimento museografico.


L’attivazione automatica del sistema di illuminazione in relazione al percorso di visita può conferire all’allestimento le caratteristiche dell’istallazione artistica ampliandone il potenziale.

Pillole di architettura d’interni

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