
Progetto: “Dalla rocca di Canossa alla roccia di Pietro. La Tovaglia del Perdono per la Basilica Vaticana”
L’esposizione di alcuni preziosi tessuti ricamati per la Basilica di San Pietro diviene l’occasione per una retrospettiva sull’eredità di Matilde di Canossa presente in Vaticano. Nel prestigioso spazio mostre della Pinacoteca Vaticana va dunque in scena il dialogo tra passato e presente attraverso la relazione che si costruisce tra spazio oggetti esposti e visitatori. Un percorso emozionale e polisensoriale che guida il visitatore alla scoperta dell’ars canusina in uno dei Musei più importanti al mondo.
Matilde di Canossa ai Musei Vaticani
Un allestimento di pezzi originali per la Pinacoteca Vaticana
La sfida di allestire una mostra nei Musei Vaticani
Le caratteristiche peculiari dello spazio mostre dei Musei Vaticani hanno profondamente influenzato lo studio del percorso allestitivo, che è stato pensato e modulato per creare ambiti diversificati e molteplici punti di vista. Un percorso di progressiva scoperta dei pezzi in mostra attraverso un approccio fisico e visivo improntato alla scoperta e ad una atmosfera di forte misticismo. Questo è stato reso possibile mediante il posizionamento di teche monolitiche, dal designi essenziale e contemporaneo, laccate dello stesso colore delle pareti in modo tale da ingannare l’occhio e riproporzionare l’ambiente. Si è inoltre scelto di introdurre un linguaggio inedito rispetto al contesto classico dei Musei Vaticani, con elementi tecnologici multimediali ed effetti luministici inaspettati, pur non rinunciando ad una sobria eleganza formale.



Allestimento museale multimediale
Il percorso espositivo viene introdotto da un elemento posizionato all’esterno dalla Sala, che ripropone il profilo della rupe di Canossa invitando il flusso dei visitatori a soffermarsi per la visita. Il cambio di registro rispetto alle sale del Museo è sottolineato da un elemento multimediale: all’interno di una bifora si scorgono panorami innevati, passi incerti e la figura di un penitente che bussa ad un portone, suggestioni dall’episodio del Perdono di Canossa. In continuità linguistica e concettuale, entrando nella sala principale mantenuta in penombra, una quinta monolitica ospita tre schermi che riportano il visitatore ad una atmosfera visiva e sonora di grande impatto attraverso viste del paesaggio matildico. Mediante la presenza di questo elemento il percorso di vista visita viene così indirizzato dolcemente verso un podio fluttuante e retroilluminato che ospita una casula, il primo dei due manufatti in ars canusina.
Da questo punto il fuoco prospettico dell’allestimento e della sala appare alla vista: su di una mensa, anch’essa incorniciata alla base da luce, sono adagiate le tovaglie dette del Perdono, ben stagliate sul fondale scuro retrostante decorato da un’astrazione del profilo della tomba di Matilde, disegnata dal Bernini e situata nella Basilica di San Pietro. L’ambiente creatosi tra quinta e mensa può essere esplorato, osservando i manufatti che lo impreziosiscono. Un antico frammento di epigrafe, rinvenuto nelle Grotte vaticane e testimoniante la donazione dei beni allodiali della Contessa alla Chiesa, viene incastonato in una lastra in acciaio corten, incisa a ricostruire il testo integrale ormai perduto e con alcune parole significative evidenziate da un effetto luministico di grande coinvolgimento emotivo. Il codice miniato del monaco Donizone, messo a disposizione dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e contenete i motivi ispiratori dei ricami, è custodito in una teca refrigerata incassata nel retro della stele di ingresso, proponendo la strategia della scatola nella scatola. Infine il quadro seicentesco rappresentante Matilde a cavallo, proveniente dai Musei Vaticani stessi, trova posto in prossimità della mensa, attentamente illuminato da un faretto dedicato in grado di enfatizzarne la qualità.


Calibrando la variazione di registro allestitivo, anche all’interno di contesti espositivi di eccezionale pregio storico-artistico, è possibile mettere in valore determinate opere rendendole immediatamente attrattive.
L’attenta modulazione dello spazio a disposizione, mediante una sua studiata frammentazione in ambiti di interesse legati da un percorso di visita inaspettato, nobilita l’allestimento e genera curiosità in chi ne fruisce.
La polisensorialità di un allestimento, che sia essa frutto di animazioni video, musiche, luci o suggestioni, favorisce il coinvolgimento emotivo ed una conseguente maggiore attrattività alle opere esposte.
Pillole di architettura museale
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Vatican News parla del nostro allestimento in questo articolo.
Siamo specialisti nell'allestire esposizioni museali multimediali che includono opere di grande valore, garantendo di valorizzarle nel modo che meritano.