
Progetto: Riqualificazione e allestimento dell’Eremo di Bismantova (Reggio Emilia)
Uno dei più importanti siti geologici europei è il contesto di questo progetto dove natura e architettura si fondono in un nuovo equilibrio. Nasce così in un vecchio edificio monastico un nuovo centro per la salvaguardia del Creato capace di far coesistere e dialogare antiche e nuove identità.
Il nuovo centro Laudato si’ nell’Eremo di Bismantova




Trasformazione degli spazi di un Santuario del XV Secolo
Le preesistenze architettoniche e la natura hanno sempre caratterizzato questo luogo denso di storia e reso unico dalla straordinaria presenza della Pietra di Bismantova: l’idea alla base del progetto è stata quella di costruire un nuovo sistema di relazione tra questi elementi. Un percorso di interpretazione che ha portato a riconsiderare gli spazi esistenti, aprire nuove viste sul contesto circostante e mettere in valore gli elementi naturali esistenti a partire dal gigantesco acero cresciuto nei secoli nel cuore stesso dell’edificio. Un progetto che diviene un manifesto di una nuova sensibilità ecologica e che ora offre alla collettività spazi di confronto e formazione sul delicato tema della salvaguardia dei differenti ecosistemi.
Intervento su bene vincolato: ristrutturazione degli interni e degli esterni
Il connubio tra uomo e natura ricerca nel progetto nuovi spazi di interazione e impone una interpretazione del luogo e della sua peculiarità. Il rapporto tra interno ed esterno diviene dunque il filo conduttore di un processo teso a considerare le viste sul paesaggio come elemento fondativo. Un rapporto che si costruisce alle differenti scale e trova il suo fulcro nella teca di accaio corten che diviene patio per accogliere il grande acero secolare aprendo un cannocchiale visivo sulla Pietra di Bismantova. La pietra, il legno e l’acciaio interpretano differenti stati della materia offrendo di volta in volta al visitatore spazi dal volto diverso e nuovo. Interni caldi e accoglienti invitano così ad una intimità che trova nella dimensione del gesto e dell’arredo su misura la sua cifra stilistica. La flessibilità si fa architettura negli spazi espositivi e di formazione che sono pensati per supportare assetti reversibili attraverso sistemi di arredo appositamente realizzati come ad esempio le sedute telescopiche dell’auditorium. La luce naturale e quella artificiale sono studiate per sorprendere il visitatore e attraverso alcune componenti tecnologiche d’avanguardia diventano esse stesse installazione. La grande parete di pietra retroilluminata costituisce uno dei punti di maggiore attrattività dell’edificio conservando la memoria dei quotidiani distacchi di materiale lapideo dalla Pietra di Bismantova. Il progetto ha compreso anche il ridisegno degli spazi aperti e del sagrato dell’Eremo che contrappongono all’aspra natura dei boschi circostanti quella più accessibile e accogliente del giardino.
La presenza di elementi vegetali quali alberi piante o fiori costituisce una risorsa preziosa per il progetto e può diventare l’elemento caratterizzante della trasformazione dello spazio.
Il progetto si estende fin dove arriva l’orizzonte del nostro sguardo. Il rapporto che si costruisce con il paesaggio circostante è altamente caratterizzante della qualità di una architettura.
I complementi di arredo caratterizzano gli ambienti e le relazioni alla scala della persona. La flessibilità nelle dotazioni di arredo consente e favorisce assetti modificabili dello spazio e una maggiore versatilità d’uso.
Pillole di architettura d’interni
Ripristina la bellezza del passato: restauro con creazione spazio espositivo
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